Intervista a Claudio Alberton, figura storica per quanto riguarda il panorama italiano di tutti gli sport da combattimento.

Alberton, detto “Master Clode”, è uno di quei nomi che, quando parli di sport da combattimento in Italia, salta fuori a prescindere. Nel 1992 ha fondato la University of Fighting di Milano, realtà che si affermerà come punto fermo nazionale, sfornando anche diversi atleti di primo livello, per quanto riguarda Kick Boxing, Muay Thai, MMA, Shoot Boxe e Savate. Presidente della BTF, è anche organizzatore ed ideatore del famoso circuito Milano in the Cage, uno dei più longevi eventi di MMA italiane.

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Risale al giugno del 2015 l’ultimo Milano in the Cage, il numero 5, che ebbe un ottimo successo di pubblico (1200 spettatori paganti). Da quel momento l’attività organizzativa di Alberton e della BTF si è interrotta fino al 17 novembre del 2018, quando sono tornati in scena con il loro sesto evento organizzato a Milano, seguito a breve dal Lugano in the Cage 2.

Era da tre anni che non organizzavamo un Milano in the Cage. L’ultimo evento fu anche soggetto di un film, regia di Fabio Bastianello. Ci siamo fermati per un motivo molto semplice, è inutile girare intorno alla questione, per organizzare ci vogliono i soldi. Io ho avuto la fortuna di essere appoggiato dall’avvocato Francesco Rotondi, che è anche presidente del Barona Calcio, una società dilettantistica delle mie parti. Barona, negli anni ’70 ed ’80, era considerata una delle zone a rischio di Milano. Rotondi è riuscito, grazie a questa società, a creare i presupposti per un cambiamento investendo nelle infrastrutture, creando, ad esempio, un piccolo stadio, e aiutando molti giovani a rischio ad uscire da brutti giri.

Parlando insieme abbiamo trovato molti punti in comune e, dato il successo che ebbe MITC 5, ci siamo organizzati per aiutarci vicendevolmente nell’organizzazione di un nuovo evento. Io mi sono impegnato dal punto di vista organizzativo e nella ricerca di altri sponsor, lui ci ha dato molta visibilità grazie alla squadra calcistica. I costi sono, ovviamente, molto alti. Solamente il palazzetto fra controlli, commissioni varie ecc ecc ci è costato circa 20mila euro. Per cercare di affrontare tutte queste spese ho contattato Luigi Perillo (presidente di Superbia Management e The Golden Cage) e Frank Merenda con Silvia Andreani (presidente e responsabile di Venator FC) con l’intento di creare un circuito.

Io mettevo a disposizione il palazzetto e loro pagavano due match, ovviamente scelti da loro. L’idea è piaciuta molto e da lì sono iniziati i circuiti Venator Inside e Road to Golden Cage. A breve ci sarà Venator 5 a Lecco ed io e Boris Viale, in quanto responsabili BTF, li aiuteremo in tutto e per tutto.  Per quanto riguarda il Lugano in the Cage 2, invece, lo ha organizzato Maurizio Niceta. Lo scorso anno fu un successo e mi piacque parecchio, quest’anno un po’ meno a causa della location, secondo me, non ottimale. Lo abbiamo aiutato mettendolo in contatto con Andreani e Perillo in modo da far avere anche a lui match dei loro circuiti.

Con Milano in the Cage credevo di spaccare, in quanto a presenze, ma mi sono sbagliato. Avremmo fatto sulle 1200 persone contando i biglietti a ufo, circa mille paganti. Pensavo avremmo fatto di più perché la card era di livello, comunque di questi tempi è anche bene accontentarsi. Al MITC 5 furono 1200 i paganti. Siamo comunque soddisfatti perché è piaciuto, è andato in diretta in TV e, per quanto ci riguarda, è stato un successone.

Nel Lugano in the Cage abbiamo solo aiutato, credo abbia fatto sulle 700 presenze e Niceta era soddisfatto. Quindi, due galà uno in fila all’altro c’hanno un po’ stancato, ma anche reso orgogliosi. Per quanto riguarda il futuro ci sarà Venator il 9 marzo, e sarà una grande serata. Ci sarà un evento targato Superbia in Puglia. Stiamo lavorando per un “in the Cage” a Torino con l’amico Tony Ligorio e, sicuramente, l’amico Gianmario Mereu organizzerà Colosseum, in Sardegna, ed ospiterà Venator. Milano in the Cage 7 è previsto per novembre. Il 10 marzo ci sarà anche “Fast & Furious 11”, un galà per dilettanti, ci saranno incontri sul ring, sul tatami ed in gabbia.  È il nostro format multi-disciplinare, ci sarà spazio per varie specialità. Essendo io un marzialista do anche spazio ai combattimenti con i bastoni ed al Karate Kudo

È notizia recente la collaborazione nata fra BTF, Venator e Superbia.

È molto semplice, noi come BTF siamo solamente una “family”, ma abbiamo molti atleti dilettanti e grande esperienza per quanto riguarda l’organizzazione di eventi di quel tipo, infatti ne teniamo circa 4 all’anno. Io e Boris (Viale, ndr) abbiamo sempre pensato che bisogna partire dal basso per creare i presupposti degli eventi maggiori. Come dicevo prima i costi organizzativi sono molto alti e necessitano di sponsor.

Luigi Perillo è molto bravo in questo, infatti sta organizzando una trasmissione, in formato reality show, che dopo 11 puntate avrà la sua conclusione con l’evento The Golden Cage 3. Noi come BTF ci facciamo trovare pronti per quanto riguarda le questioni logistiche, e cerchiamo di aiutare anche la parte della pubblicità; questo anche a grazie a voi, nonostante qualcuno vi bistratti, che mettete in risalto sui vostri siti i nostri sforzi e ci aiutate a far crescere la popolarità dello sport, dato che i giornali cosiddetti “maggiori” non considerano le MMA.

Personaggio catalizzante e dagli interessi variegati, non si è mai certi di cosa abbia in mente per il suo futuro.

Mi sta venendo voglia di tornare a fare l’arbitro perché è sempre stata la mia passione, penso anche di essere stato un bravo arbitro, o perlomeno così sostengono in tanti. Ho molta esperienza nelle MMA, anche se non ho mai combattuto mi sono sempre allenato con personaggi di spessore, tra cui Alessio Sakara. Sono stato nel team Nogueira nel 2004, da giugno a settembre. È chiaro che chi entra in gabbia per combattere ha un’adrenalina particolare, ma la ha anche chi li deve supervisionare. L’arbitro ha una grossa responsabilità, quella di tutelare l’atleta, e non è una cosa semplice.

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Il main event di MITC 6, che vedeva opposti Paolo Zorzi ed Ivan Vicic per il titolo dei pesi super massimi, è stato oggetto di parecchie controversie, fino a quando il risultato è stato cambiato da vittoria per l’atleta padovano a No Contest, a causa di alcuni colpi presumibilmente illegali.

Per quanto riguarda Zorzi e il No Contest all’ultimo Milano in the Cage si tratta di una situazione poco chiara. Non c’era mai stato un ricorso del genere prima d’ora, io avevo organizzato un bell’evento, FIGMMA doveva solamente patrocinare la card dilettanti ed invece sono intervenuti anche durante la card pro. C’è stato, poi, accanimento mediatico grazie ai commenti di qualche personaggio in giro per il web e la presa di posizione della dirigenza FIGMMA non mi è piaciuta perché, ripeto e lo ribadisco, io sono in FIGMMA con tante società, ho iscritto un mucchio di gente, organizzo 4 eventi per dilettanti più un evento pro all’anno, quindi muovo moltissimo rispetto ad altri.

È possibile che io, anziché essere tutelato nei confronti di un atleta slavo, venga castigato con un ricorso che non si era mai visto? Questo mi sembra accanimento, e mi lascia amareggiato. I tempi sono cambiati, la gente, attraverso lo sport, è cambiata, ma io non è che sono diventato un rincoglionito, master Clode detto “delirio”.

Ti dirò di più, uscirà a breve un libro dal titolo “Volevo essere un balordo: storie di sport e di strada”. Lo sta curando il mio avvocato assieme a due giornalisti. Io mi sono sposato nel 2015, gli anni ’80, ’90 e duemila li ho vissuti molto, sia nello sport che nella strada. Questo mi ha aiutato ad avere il carattere tosto che ho ora, e mi ha insegnato a non farmi mettere i piedi in testa da nessuno. Nessuno me li hai mai messi in strada, e tanto meno nessuno me li metterà in testa nello sport.

Ringrazio 4once, ringrazio Tudor per la sua franchezza e per il suo carattere decisamente tosto, ringrazio te per la pazienza e per cercare di mettere in luce situazioni controverse, vi ringrazio per avermi dato questo spazio. Ringrazio anche tutti i miei collaboratori, Boris Viale in prima fila visto che intervistano sempre me, ma dietro a tutto c’è anche lui.

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Matteo Manfredini

Nacque nel lontano 1995, appassionato di musica e, più recentemente, arti marziali miste. Ha praticato Calcio, Kick Boxing ed MMA. Molto antipatico.

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